mercoledì 13 marzo 2013

LA MIA ESPERIENZA COME EDUCATRICE. IL RIVIVEREIL MIO PERCORSO DI MALATTIA NELLA LORO





Quando incominciai il tirocinio inizialmente osservai i comportamenti dei vari piccoli pazienti e dei relativi genitori.Man mano che passavano i giorni s'instaurava un rapporto empatico e collaborativo sia  con i bimbi che  con i famigliari.Mi adattavo alle varie  esigenze  del momento che  si presentavano talvolta le richieste  erano solo di gioco in cui i bimbi sfogavano le loro paure e le tensioni  provocate dalle cure. Altre volte invece  i piccoli pazienti desideravano solamente avere momenti in cui il gioco fosse inteso solo come puro  momento di svago, normalmente comune a tutti i bimbi, ma che purtroppo in questo ambiente per vari motivi viene  spesso messo da parte data l'esigenza di  sottoporli continuamente alle varie terapie.I bambini  ospedalizzati in genere cercano con il gioco di ricostruire la loro realtà prima quella che avevano prima arrivasse la malattia, cercano nuovi amici  in quello strano e triste  luogo , delle regole per diventare  grandi e nuove  cose  da imparare  come  facevano prima. Anche se  piccoli, essi  a modo loro capiscono  che c'è qualcosa  di diverso, qualcosa   che li differenzia dagli altri  bambini  che li impedisce  di tornare  a casa alla loro vita  normale.


IO E I BAMBINI IL RIVIVERE IN LORO LA MIA ESPERIENZA  DI MALATTIA.



 Durante il mio tirocinio in reparto, nelle domande di quei bimbi ospedalizzati, mi trovavo spesso a rivivere  la mia malattia .Mi veniva spesso chiesto ciò che anche io da piccola malata  nel lontano 1976 mi chiedevo..Fra i vari perché sicuramente trovava posto " il perché dovessi subire  determinate cure  così dolorose  che invece  i miei amichetti di casa  non subivano.. avevo fatto qualcosa  di male!?", oppure" perché non avessi avuto  più i capelli, perché avessi  sempre  mal di pancia  e vomitassi sempre".Tra i bambini ricoverati c'è molto affiatamento poiché percepiscono che quei bambini che  sono li  con loro, hanno gli  stessi problemi. Mentre i bambini risentono  della loro malattia  più che altro a livello fisico (causa  dolore), i genitori ne  risentono  a livello psicologico.I genitori si  rivolgevano a me  perché li spiegassi come  avevo vissuto  quei momenti da  piccola  malata, quali fossero  stati i miei pensieri  e le mie reazioni e tutto  ciò per poter in qualche  modo capire  ed aiutare  a loro volta  i propri  figli.Attraverso il gioco si allevia  il momento di degenza è dimostrato e  ci tengo a sottolineare (avendolo vissuto sulla mia pelle) che è anche  fondamentale per lo sviluppo psicologico del bimbo,  la sdrammatizzazione di  alcuni elementi presenti nella corsia ospedaliera. Io  ad esempio ho cercato di sdrammatizzare  agli occhi di quei bimbi determinati strumenti curativi. Ad esempio dimostravo come la siringa senza ago, potesse diventare un pupazzo o addirittura un irrigatore per piccole piantine  di fiori, cercavo di trasformare  quello strumento tanto doloroso,  causa  di sofferenza  e paure  in un elemento innocuo e divertente.




CIT: DALLA MIA TESI

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