Per comunicare è sempre
necessario un linguaggio e questo linguaggio deve essere simile o quantomeno
comprensibile da chi ci ascolta. Uno di questi potrebbe
sicuramente essere il gioco, oppure una serie di attività adatte ad aiutare
colui che si trova in ospedale a creare un percorso principalmente
emotivo e sociale che gli consenta, da un lato, di mantenere i
legami con il proprio ambiente di vita, dall'altro di comprendere
(naturalmente in maniera adeguata seconda l'età) e di
alleggerire la realtà ospedaliera, ad esempio attraverso giochi che
sdrammatizzino alcuni strumenti medici. Si deve anche cercare un
obiettivo che garantisca ai piccoli pazienti il mantenimento e
l'affermazione della propria identità, che offra anche strumenti e
modalità di comunicazione che facciano da ponte con la propria
realtà domestica ed ospedaliera facilitando il rapportarsi con gli altri
amici/coetanei fuori o dentro all'ospedale.
IL SIGNIFICATO DEL GIOCO
Il gioco è la ri-simbolizzazione del corpo è il calarsi in un ruolo diverso da quello che si ha in quel momento è il luogo primario della scoperta progressiva dei potenziali che ci offre il reale, permette di scoprire che tutto può essere strumento e mezzo di gioco. E' una forma di espressione di sè stesso attraverso linguaggi, legati alla lingua, al suono, al movimento.Il gioco è insieme identificazione e distinzione tra realtà e finzione, ma anche oggettivazione e de-soggettivazione.
Secondo Huizinga l'attività ludica è inazitutto e soprattutto un atto libero, che si svolge per puro piacere, giocare è quindi importante specialmente perché è un atto liberatorio,in cui a volte il soggetto si può esprimere senza dover rispettare dei limiti convenzionali.
Spesso, però questo concetto viene dimenticato , perché il gioco viene tollerato solo se appare giustificato da altre finalità: educative, sociali e comunitarie.Il risultato di questa concezione del gioco è che i bambini, così pieni d'impegni, non hanno più tempo per stare con se stessi , per impegnarsi nel fondamentale gioco della scoperta del proprio mondo interiore.L'attività ludica , oltre ad avere valore in sé può anche essere usata per raggiungere diversi obbiettivi che possono risultare importanti per chi deve trascorrere del tempo in ospedale.Anche quando il bambino è malato è attraverso il gioco che egli fa le sue prime esperienze di relazione con l'ambiente, si misura, prova simula ma esprime anche sentimenti manifesta predisposizione rivela atteggiamenti. Quindi: giocare non ha il significato per il bambino di stare alla larga da esperienze difficili e dolorose, ma è l'espressione del tentativo di attraversarle senza soccombervi è la strada per superare con successo la malattia potendola pensare e guardare senza che si immerga in una situazione di incomunicabilità e angoscia.Giocare è una modalità di esistere in modo personale, uno spazio per l' illusione è un modo autentico di vivere , in cui il bambino può collocare le sue esperienze; è un modo autentico di vivere l'esperienza di malattia.Il gioco è anche <<luogo dell'incontro>> con l'altro poiché ciascuno decide liberamente se e come parteciparvi, ogni soggetto può ascoltare, rispondere, parlare utilizzando una modalità naturale e dei tempi che sono propri.Se nella vita normale del bambino l'attività ludica riveste tanta importanza, nel vissuto di ricovero dove l'attenzione è focalizzata soprattutto sulla cura fisica, il gioco aiuta a superare lo stato di malattia.Pertanto è più che mai necessario garantire quindi uno spazio e un tempo per il gioco , proprio perché se ne riconosce il ruolo fondamentale e strutturale per il benessere psicofisico di ogni piccolo individuo.Abbiamo visto come il ricovero ospedaliero comporti un'esperienza di allontanamento da persone, cose e affetti; infatti si subisce la perdita delle normali attività , spazi propri , delle abitudini e dell'ambiente famigliare. A causa di ciò è facile che si verifichino esperienze di vita depersonalizzazione e di anonimato che alimentano insicurezze e paure.il fatto che esse non vengano manifestate o verbalizzate non significa che non siano presenti e non necessitino di rassicurazioni. L'utilizzo del gioco ci può essere d'aiuto, sfruttandone le diverse valenze, possiamo arrivare ad un cambiamento di comunicazione, di relazione, di recupero di una forma di normalità o di diventare un mezzo di evasione.Se chi si occupa dei bambini ospedalizzati compresi i vari operatori ospedalieri sapranno riconoscere l'importanza delle attività ludica, sarà senz'altro, facile superare la diffidenza del bambino e dare spazio , anche in una corsia dell'ospedale ad una sana relazione di fiducia e di collaborazione.

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