giovedì 21 marzo 2013

LA VITA DEL BAMBINO OSPEDALIZZATO CONTINUA ANCHE IN REPARTO.












LE FINALITÀ' E L'IMPORTANZA DEL GIOCO IN CORSIA.





E' importante che alcune attività quali scuola oppure, il gioco o  le attività a cui il piccolo paziente era  abituato a  fare prima della malattia,  vengano mantenute poichè  esse danno un senso alla sua vita ospedalizzata  è il segno che la vita continua anche  nel reparto dove lui è ricoverato. 
Lo stato psicologico dei piccoli pazienti ospedalizzati è altalenante: esso varia spesso  a causa dell'assenza di stimolazioni, della situazione di inattività e ciò genera depressione, apatia e paura. 
Il gioco è il mezzo migliore  per prevenire, ma anche per curare gli stati emotivi  di questi bambini.In alcuni ospedali si è fatto un tentativo di rendere adatte le condizioni di esercizio di un bambino in ospedale per ciò che riguarda la sua attività ludica. I risultati conseguiti sono confortanti per  quanto riguarda  i reali progressi sia nel settore  cognitivo, che per ciò che  riguarda il settore affettivo e comportamentale. Le finalità del gioco in ospedale è far siche i momenti di attività svolte nel reparto, non rimangano uno sterile modo di passare  il tempo, ma  si trasformino invece in momenti di crescita, migliorando la qualità di vita del bambino ricoverato, aiutandolo a socializzare ed a superare  con meno difficoltà il trauma dell'ospedalizzazione. L'impatto con il mondo ospedaliero è molto complesso e difficile: il bambino necessita perciò  di conoscenze sul suo stato di salute.E' indispensabile, quindi  che il bambino recuperi la comprensione e l'accettazione  della malattia, anche attraverso  il materiale ludico, che  offre l'opportunità di esprimere disagi e ansie.Dare al bambino la possibilità di svolgere  attività  di gioco non è  solo riconoscerli un diritto, ma lo salvaguarda dagli effetti negativi di un 'esperienza che potrebbe danneggiare la sua personalità.Non interrompendo il suo processo di crescita , il bambino  potrà affrontare la realtà in modo naturale, potrà ricordarla e integrarla nella sua propria esperienza evolutiva.



ANIMAZIONE IN OSPEDALE



Con il contributo di Armida  Carla Capelli, psicopedagogista milanese impegnata nel servizio  educativo e scolastico  in ospedale fin dal 1957, viene approfondito il significato dell'animazione  in ospedale.Oggi, dopo la morte  di Armida  questo contributo  acquista  il senso di un eredità preziosa per quanti operano per il benessere dei tanti bambini ospedalizzati. E' la testimonianza di chi, avendo lavorato con entusiasmo,amore,tenacia per tanto tempo, ha raggiunto risultati ragguardevoli. L'associazione A.C Capelli che si è costituita nel febbraio del 1997 traendo le sue origini dal precedente gruppo di studio e ricerca ideato nel 1981 dalla Dott.ssa Capelli, è un'associazione culturale, apartitica, confessionale, senza  scopi di lucro che, attraverso  l'impegno volontario dei suoi soci, persegue  lo scopo di divulgare, promuovere e salvaguardare il diritto al gioco e allo studio dei minori in condizioni di malattia e di ospedalizzazione. I bambini che  entrano in ospedale anche per pochi giorni, possono vivere in situazioni che facilmente  sono causa  di insorgenza  di disturbi psicologici.
La lontananza dalla famiglia, l'ambiente ospedaliero,  le pratiche mediche  ed infermieristiche  disturbanti e talvolta dolorose, oppure le limitazioni di movimento, a cui sono soggetti i bimbi, comportano un vissuto della malattia negativo.Tutto ciò può provocare nel minore, degli stati aggressivi,o un comportamento di ansia, o arresti nello sviluppo della personalità. Studi ed esperienza  hanno ampiamente  dimostrato e dimostrano, che l'attività ludica  può prevenire e curare questi stati d'animo e può invece  contribuire nel processo di crescita. Pertanto il gioco in ospedale non deve essere concepito solo come attività generica, piacevole, che si fa perché deve essere fatta, perché diverte il bambino e gli permette di passare del tempo, ma invece  deve essere inteso come un notevole contributo per una formazione armoniosa della personalità. Il gioco in ospedale, ha una valenza  anche terapeutica, esso, infatti, non è solo utile per prevenire  e curare solo gli stai d'animo del bambino. Per comprendere appieno i significati della "animazione in ospedale"  viene illustrata una consistente ricerca svolta dalla Dottoressa Capelli, in equipe presso l'ente  ospedaliero Santa Corona  di Milano. Questa  ricerca è stata  effettuata su minori degenti di ambo i sessi, in età zero/sedici anni, lungodegenti e brevi degenti affetti da malattie  di vario tipo. Innanzitutto,  ha evidenziato ed analizzato alcuni stati psicologici in cui vengono a trovarsi i minori ricoverati e , secondariamente, ed  ha formulato alcune ipotesi di terapia.Infine , è stato istituito un servizio di assistenza  al gioco con una verifica  dei risultati conseguiti. Sono state individuate alcune  situazioni dei bambini ricoverati:


  1. Bambini inattivi, privi  di stimolazioni sensoriali a causa della ospedalizzazione;
  2. Bambini depressi,apatici,timorosi,poiché si trovavano in situazioni ambientali stressanti quali l'ospedalizzazione;
  3. Bambini con timori, ansie,depressioni provocati dai vissuti della malattia;
  4. Bambini con l'insorgenza  di malattie organiche causate da relazioni parentali disturbate.

Tutta la vita  ospedaliera  appare organizzata  in modo tale da rendere il bambino inattivo, frenando o riducendo al minimo l'attività che molti minori, invece  dovrebbero svolgere, quindi il comportamento reattivo di questi bimbi è disarmonico.Il fenomeno appare  grave per tre fattori:
  1. L'aggressività:questi minori subiscono frustrazioni. Sappiamo che le frustrazioni producono un accumulo ed un potenziamento di energie. Questa  energia può essere scaricata, o in maniera dannosa verso l'esterno, oppure può essere diretta all'interno verso se  stessi.Si noterà così il bambino stanco o depresso o auto-svalorizzato o/e talvolta violento. 
  2. L'arresto del processo evolutivo: quando l'impossibilità a svolgere una vita normale  si prolunga , l'arresto o la frattura del processo evolutivo può gravemente danneggiare la personalità del minore.
  3. La mancanza  di stimolazioni sensoriali: la prolungata  mancanza  di stimolazioni sensoriali può portare alla perdita dei sensi dell'io.
Particolarmente nocive sono le seguenti situazioni ambientali stressanti:
  • Visite, interventi medici, iniezioni etc;
  • l'uniformità, la rigidità e la monotonia dell'ambiente ospedaliero;
  • Il grigiore  e la mancanza di colore tipico dell'ambiente ospedaliero.



cit: pezzi presi dalla mia tesi

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